Pluralismo religioso
Analfabetismo religioso
L’analfabetismo culturale e religioso non è un tema nuovo nella discussione accademica nazionale, ma solo di recente alcune iniziative si sono poste l’obiettivo di comprenderne la portata e le cause e di riportare il dibattito al di fuori dell’accademia. I tassi di analfabetismo funzionale in Italia sono molto alti e i suoi effetti determinano un innalzamento del disagio e della conflittualità sociale. Il problema non è più legato alla necessità di alfabetizzare in senso stretto la popolazione, quanto piuttosto all’incapacità di portare quest’ultima a padroneggiare il processo di acquisizione di informazioni e competenze per generare processi di comunicazione sociale, di benessere socio-economico e di accrescimento culturale. L’analfabetismo religioso contribuisce ad acuire tali problematiche all’interno di società plurali multiconfessionali e multireligiose, rallentando i meccanismi di integrazione, di partecipazione alla cittadinanza e di condivisione dello spazio pubblico. Questa situazione è frutto di un processo prima di tutto storico, per cui il lavoro storico, lo studio, possono e devono dire come l’analfabetismo che oggi esperiamo sia frutto di antagonismi, di dispercezioni, della volontà di creare nicchie per differenziarsi e differenziare, e persino discriminare.
La prima fase dell’impegno di FSCIRE su questo tema ha prodotto un volume che, pur utilizzando i linguaggi propri di diversi ambiti specialistici, fosse capace di incidere sui processi decisionali e alimentare un salto di qualità nel dibattito dei legislatori, dei docenti e degli attori sociali. Il Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia (Bologna, Il Mulino, 2014) si propone come uno strumento che pone domande, traccia percorsi e contestualizza il tema dell’assenza del religioso nei processi educativi su scala nazionale e internazionale. Nella consapevolezza che in Italia esistono già molte e ottime esperienze di studio che hanno affrontato il problema, con risultati diversi o parziali, si è partiti da queste per offrire una proposta più coraggiosa. A prescindere dal dibattito sull’ora di religione, che rimane aperto ma circoscritto rispetto al fenomeno delineato, l’assenza del fatto religioso dai programmi scolastici ha prodotto – e continua a produrre – difficoltà di ordine sociale e culturale che non possono essere ricondotte ad analisi legate esclusivamente a una disciplina, per cui è importante porsi interrogativi multidisciplinari e trovare soluzioni interdisciplinari. Si è dunque scelto un approccio teorico e contenutistico: grazie al contributo di giuristi, teologi, storici, sociologi, politologi e educatori, il Rapporto formula una riflessione organica su ciò che concretamente sfugge dal sistema scolastico. Inoltre, il profondo mutamento del paesaggio religioso italiano aggiunge alle sfide di carattere disciplinare e metodologico nuove frontiere sociali e istituzionali.
Per dare seguito a questo cantiere anche a livello europeo, nel 2016 è stato avviato un lavoro di ricerca che coinvolge un gruppo di studiosi e studiose internazionali. Il progetto di ricerca “European Religious Illiteracy in a Pluralistic Society” indaga le radici dell’analfabetismo religioso europeo e i suoi effetti sul tessuto politico e sociale attraverso l’inquadramento delle condizioni storiche, istituzionali, religiose, sociali, giuridiche e educative che hanno contribuito alla sua formazione. Obiettivi primari del progetto sono definire i concetti alla base del fenomeno dell’analfabetismo religioso nella sua dimensione europea; indagare la relazione tra analfabetismo religioso e istituzioni dello stato moderno e tra analfabetismo religioso e norme e comportamenti derivati da testi sacri; illustrare le modalità con le quali ciascuno stato europeo ha regolato i propri rapporti con le organizzazioni religiose; comprendere i limiti e le potenzialità della realtà educativa europea, intesa come insieme di offerte destinate ad accrescere conoscenze e competenze riguardo la religione, a scuola e attraverso i media. La ricerca ha condotto alla pubblicazione del volume Religious Literacy, Law and History (a cura di A. Melloni e F. Cadeddu, Routledge, 2018).
PARs – Portale di formazione e informazione per il contrasto dell’analfabetismo religioso
Nell’ottica del contrasto all’analfabetismo religioso, Fscire è inoltre partner del progetto PARs, nato da un’idea dell’Università di Modena e Reggio Emilia con l’obiettivo di creare un portale dedicato alla conoscenza e alla formazione sulle religioni. Il portale è finalizzato a raccogliere contenuti provenienti da studi e indagini sulle religioni nel mondo, e si candida a divenire un punto di riferimento di facile accesso, autorevole e di alta qualità scientifica per gli utenti che si occupano del fenomeno religioso. Studenti, insegnanti, specialisti, giornalisti o semplici interessati e curiosi sono invitati a fruire dei contenuti e a condividere a loro volta proposte di percorsi di apprendimento.
Ci lavorano: Francesca Cadeddu, Maria Stella Grandi, Laura Righi, Luca Villa.
Dizionario storico della diversità religiosa
In collaborazione con il Dipartimento di educazione e scienze umane dell’Università di Reggio Emilia si è avviato un lavoro per la realizzazione di un Dizionario storico della diversità religiosa, un cantiere di ricerca che fa parte del progetto Representing Religious Diversity in Europe: Past and Present Features, vincitore del bando PRIN 2017. Obiettivo del cantiere è di individuare e comprendere il linguaggio e la (auto)rappresentazione della diversità religiosa in Europa nel corso degli ultimi cento anni, a partire da testi, tradizioni, dottrine e pratiche delle comunità di fede che vivono nel tessuto europeo e dai dinamismi storici che le caratterizzano nella loro dimensione giuridico-istituzionale, così come nel loro relazionarsi con le sfere dell’agire pubblico, politico e sociale.
Ci lavora Francesca Cadeddu.
Atlas – Atlante delle minoranze religiose in Europa
Il progetto mira a costruire un atlante online dei diritti delle minoranze religiose e delle credenze negli Stati membri del Consiglio d’Europa, fornendo una panoramica generale dello status sociale e giuridico dei diritti delle minoranze. Attraverso il suo formato interattivo, il lettore avrà anche accesso a dati e informazioni riguardanti un particolare paese, gruppo religioso e area dei diritti. Ogni mappa sarà completata da un breve testo che la colloca nel suo contesto storico-sociale. L’atlante verrà aggiornato ogni tre anni. Atlas è progettato per offrire una descrizione comparativa di facile lettura dello status di minoranze religiose nei paesi del CoE. Consentirà di identificare e confrontare i diversi livelli di protezione dei diritti delle minoranze concessi da ciascuno Stato, lo status giuridico di ciascun gruppo minoritario, sia nell’insieme nei paesi del CoE sia in ogni singolo paese, e le specifiche aree di diritti che sono in gioco (sia trasversalmente attraverso il CoE sia in ciascun paese). Un’attenzione particolare sarà dedicata all’attuazione dei diritti, in modo da ridurre il divario tra diritto formale e godimento reale dei diritti. Il lettore sarà in grado di selezionare un singolo diritto, un paese e un’area di diritti (ad esempio, l’istruzione) e ottenere le informazioni pertinenti sullo stato giuridico e sociale di cui gode la minoranza in quel paese e nell’area dei diritti. In alternativa, il lettore potrà ottenere una visione comparativa dei diritti di cui godono tutte le minoranze in un paese (o un gruppo di paesi) o una visione comparativa dei diritti di una specifica minoranza religiosa in tutti i paesi del CoE. Questi strumenti di ricerca possono essere ulteriormente combinati per ottenere i dati e le informazioni ricercati dal lettore. L’Atlante fornirà anche un sistema affidabile per “misurare” l’attuazione dei diritti delle minoranze religiose. Sulla base delle risposte a due questionari, uno per gli esperti giuridici e l’altro per i rappresentanti delle minoranze, sarà sviluppato un insieme di indicatori relativi al rispetto dei diritti delle minoranze per valutare ciascun paese. Una raccolta di mappe e altri strumenti visivi sui diritti delle minoranze religiose presenta almeno due vantaggi per un’immediata fruizione. In primo luogo, mostra a colpo d’occhio quello che le parole impiegano molto più tempo per spiegare. In secondo luogo, le mappe possono essere combinate e unite per mostrare l’intreccio e la sovrapposizione delle diverse componenti del problema dei diritti delle minoranze, riflettendo direttamente la sua complessità. Pertanto, è prevedibile che attraverso l’Atlante insegnanti, studiosi, politici, diplomatici, attivisti di ONG, rappresentanti di minoranze ecc. acquisiscano una migliore conoscenza dello status sociale e giuridico delle minoranze e potranno di identificare le materie, i paesi e le aree in cui la protezione dei diritti delle minoranze deve essere aumentata e rafforzata. Attualmente esistono atlanti di minoranze linguistiche o nazionali, mentre del tutto assenti risultano esperienze di questo tipo sulle minoranze religiose.
Ci lavora: Alessia Passarelli.
Teologie islamiche delle religioni: lo sviluppo storico dei concetti fondamentali
Il Corano è usato per giustificare approcci opposti verso l’altro religioso: l’approccio pluralistico e quello esclusivista. L’obiettivo della ricerca è di indagare come i musulmani, nel corso del tempo, hanno cercato di risolvere questo conflitto interpretativo. La ricerca parte dal materiale storico per elaborare una lettura critica delle metodologie tradizionali, usando nuovi strumenti ermeneutici. I concetti basilari sono: 1) la Gente del Libro (Ahl al-kitāb); 2) l’abrogazione (nasḫ) delle religioni precedenti; (3) la falsificazione (taḥrīf) delle Scritture precedenti. Si studia l’origine di ogni concetto e il suo sviluppo semantico nelle diverse fasi storiche: a) il Corano; b) la Tradizione; c) le scienze islamiche classiche; d) il pensiero islamico moderno e contemporaneo. Questi concetti, nel loro sviluppo storico, hanno conosciuto movimenti di espansione e di contrazione, con cambiamenti nel significato e nella funzione dottrinale e sociale. L’indagine mira a elaborare una nuova teologia islamica della diversità religiosa, con uno sguardo critico al passato e in dialogo con le teologie mondiali.
Ci lavora Adnane Mokrani.