Crolli
Crolli, crisi, e (de)legittimazione del potere nella storia dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam.
Questo progetto mira a condurre una ricerca sui momenti di «crisi» nella storia delle religioni abramitiche. Col termine «crolli» ci si vuol riferire a quei repentini e spesso traumatici cambiamenti che, nel corso della storia, hanno avuto un grosso impatto sulla vita sociale e politica del tempo e in particolare sulla vita delle comunità religiose coinvolte. Dei turning points importanti cui spesso si è arrivati attraverso un lungo processo, di cui si possono riconoscere (e studiare) varie fasi (il prima, il durante, la ricezione di immediata e lunga durata). A partire dai «crolli» più famosi e storicamente riconosciuti per la loro portata storica e religiosa (la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70; la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476; di Gerusalemme nel 1099 e nel 1187; dell’Impero Mongolo nel 1368; quella di Costantinopoli nel 1453; di Granada nel 1492; dell’Impero Moghul nel 1858; l’abolizione del Califfato ottomano nel 1924), il progetto si propone di identificare e studiare anche ulteriori eventi che presentino la stessa struttura e rilevanza storico-religiosa. Eventi spesso studiati dal punto di vista dello «scontro fra civiltà», ma che tale progetto si propone di analizzare attraverso una prospettiva più interna: quella delle comunità religiose coinvolte, attraverso lo studio interdisciplinare e l’esame critico delle fonti. L’obiettivo è infatti quello di ricostruire la percezione e gli effetti della «crisi» da vari punti di vista: da quelli più «bassi» e allargati delle comunità coinvolte (attraverso registri, cronache, fonti agiografiche, pratiche devozionali), ai livelli più «alti» e istituzionali (attraverso omelie, discorsi pubblici, scritti liturgici, lettere, sermoni, decretali), verificando anche l’eventuale discrepanza fra la percezione delle crisi e l’effettivo sviluppo del fenomeno, un’indagine che coinvolge anche lo studio delle evidenze archeologiche.
Punto di partenza del progetto è attualmente quello di verificare come la percezione della «crisi» all’interno delle fonti escatologiche, in particolare in quelle che presentano un portato profetico direttamente riferito agli eventi in corso o appena trascorsi (e dunque le profezie post-eventum) fossero utilizzate dalle strutture istituzionali religiose per (ri)contrattualizzare e (ri)legittimizzare quel potere messo in discussione dai cambiamenti sociali intervenuti a ridosso della «crisi», e come e se tali discorsi e riorganizzazioni istituzionali impattassero sulla vita delle comunità.
Ci lavorano: Ibrahim Abaddi; Francesca Badini; Gianmarco Braghi; Giuseppe Brocato; Rosanna Budelli; Francesco Cargnelutti; Lucia de Lorenzo; Giacomo Favaretto; Laura Righi; Rosalia Schimmenti.