Storia
La Fondazione per le scienze religiose, fondata da Giuseppe Dossetti e diretta da Giuseppe Alberigo fino al 2007, è un’istituzione di ricerca, che pubblica, forma, serve, organizza, accoglie e comunica la ricerca nell’ambito delle scienze religiose, con particolare riguardo al cristianesimo, all’islam e alle religioni con cui essi sono venuti a contatto.
Approdo ultimo di un percorso iniziato nel 1953, FSCIRE, riconosciuta con decreto del Presidente della Repubblica, è convenzionata con l’Università di Bologna e altri atenei: opera in condizioni di piena autonomia rispetto alle chiese e agli atenei, raccogliendo fondi di enti pubblici e privati, di fondazioni, imprese e cooperative e creando sinergie con altri centri.
FSCIRE intende dare continuità all’attività di ricerca scientifica nel campo delle discipline storico-religiose iniziata dall’intuizione rigorosa di Giuseppe Dossetti (1913-1996) e sviluppatasi grazie alla passione intellettuale di Giuseppe Alberigo (1926-2007), che ne è stato per quasi cinquant’anni l’anima e il segretario. FSCIRE è riconosciuta dal 2014 come infrastruttura di ricerca nazionale.
Nel 1953 Giuseppe Dossetti lasciò la vita politica, nella quale era entrato attraverso la militanza nella Resistenza per diventare, negli anni successivi, vicesegretario della Dc, fondatore dell’associazione Civitas humana e anima della rivista Cronache sociali. In quello stesso anno diede vita a un’esperienza di ricerca intellettuale e spirituale comune intrapresa con un gruppo di uomini e donne tutti più giovani di lui, allora quarantenne, fissandola a Bologna in ragione della presenza in quella sede del cardinale Giacomo Lercaro.
In via San Vitale 114 collocò i propri libri e iniziò un enorme lavoro per costruire una biblioteca specialistica che fosse lo strumento adeguato agli obiettivi di studio che quel gruppo si era dato.
In brevissimo tempo la biblioteca acquisì dimensioni e qualità rare in Italia, ancor più allora: un orizzonte internazionale di letture, una visione rigorosa della ricerca, la fiducia che attraverso una condizione libera e severa dell’indagine storica, teologica, patristica, esegetica, filosofica si potesse seminare per una stagione di rinnovamento della stessa esperienza cristiana.
Nel 1956 le due dimensioni – quella più intellettuale e quella ormai più chiaramente monastica – si separarono e il Centro di documentazione (questa l’anodina denominazione voluta agli inizi) continuò le proprie attività in una diversa relazione con Dossetti divenuta di nuovo intensissima dopo l’annuncio e l’apertura del concilio Vaticano II. Dossetti vi partecipò come perito di Lercaro e quello che ormai aveva assunto il nome di Istituto per le scienze religiose lavorò come una sorta di officina offrendo materiali decisivi per i dibattiti, ma anche intessendo relazioni vastissime (gli storici e teologi Marie-Dominique Chenu o Yves Congar, il biblista Jacques Dupont, il patrologo Jean Gribomont, il filosofo Ivan Illich, l’ecumenista Emmanuel Lanne, il medievista Jean Leclercq, il teologo delle religioni Raimón Pannikar, il teologo dogmatico Joseph Ratzinger, ad esempio oltre a quelle già solide con gli storici Hubert Jedin e Delio Cantimori) e ricevendo stimoli intellettuali ineguagliabili.
Nel 1968 la drammatica conclusione dell’episcopato di Lercaro a Bologna e la partenza di Dossetti per il Medioriente non conclusero l’esperienza di San Vitale: anzi, una volta esclusa l’idea di diventare una costola universitaria, il gruppo di ricerca di cui Alberigo fu l’anima e il motore si allargò, diventando all’inizio degli anni Settanta un riferimento per la formazione di una generazione di studiosi nelle più diverse discipline del sapere storico-religioso e per i grandi maestri di quella stagione (Roger Aubert, Henry Chadwick, Eugenio Corecco, André de Halleux, Georg Kretschmar, Alois Grillmeier, Rudolf Schnackenburg, Brian Tierney, Jean-Marie Tillard, Robert Trisco, e altri ancora).
Passata ormai dalla forma di Istituto a quella di associazione riconosciuta per legge, di cui era stato primo firmatario Benigno Zaccagnini e che era stata votata da tutto il Parlamento, la realtà di San Vitale 114 affrontò la sua ultima metamorfosi istituzionale nel 1985, consigliata da Beniamino Andreatta. Per lui quella trasformazione giuridica era necessaria per riconoscere il fatto che quanto si era costruito sopravanzava ormai gli orizzonti di vita dei fondatori e dei protagonisti.
L’Associazione per lo sviluppo per le scienze religiose di cui era presidente Enzo Bianchi, diede così vita alla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII. Riconosciuta con DPR, fu presieduta da Andreatta dal 1985 al 2007.
Con l’inizio degli anni Ottanta e con una nuova leva di studiosi FSCIRE tornò a concentrarsi su grandi progetti di ricerca collettivi. Dapprima quello prevalentemente italiano su papa Roncalli, dai cui lavori nacque la richiesta di collaborare alla positio historica per la beatificazione di Giovanni XXIII del settembre 2000.
Poi l’équipe prevalentemente internazionale dalla quale sono usciti i cinque volumi della Storia del concilio Vaticano II, tradotti in sette lingue, e le importanti monografie e atti di convegni usciti a corredo di quell’opera.
In tutti questi anni la crescita della biblioteca – che ha un sistema di segnature disegnato da Dossetti all’inizio delle attività dell’Istituto – è proseguita senza sosta facendo di via San Vitale un riferimento per gli studiosi e un laboratorio di formazione che, senza vincoli verso ogni autorità religiosa che non sia quello della lealtà, e senza rapporti con il mondo accademico che non siano quelli della ricerca scientifica, fa parte dei grandi patrimoni europei.
FSCIRE è stata presieduta dapprima da Andreatta, dal 1985 al 2007, successivamente, dal 2007 al 2019, da Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale e, dal settembre 2019, da Alessandro Pajno, magistrato e presidente emerito del Consiglio di Stato. La Biblioteca Giuseppe Dossetti, dopo decenni di costante crescita, è ormai un punto di riferimento internazionale per gli studiosi di storia del cristianesimo di tutto il mondo. Nel 2018 FSCIRE ha ampliato la sua attività di ricerca all’ambito della storia e delle dottrine dell’islam con l’istituzione, a Palermo, della Biblioteca e centro di ricerca Giorgio La Pira. L’attività del centro si muove lungo tre direttive principali:
- pianificare e realizzare un’operazione culturale di lungo respiro che “curi” con il sapere uno dei nodi principali e più complessi del futuro dell’Europa e del Mediterraneo, ponendosi come obiettivo di diventare una delle principali biblioteche al mondo in cui tutte le tradizioni dell’islam vengano rappresentate;
- stabilire il primo hub collocato nel mezzogiorno, snodo cruciale dell’infrastruttura europea di ricerca nelle scienze religiose (infrastruttura che FSCIRE ha proposto, per la quale ha concorso e ha vinto a livello europeo), garantendo alla città una funzione di capitale del sapere e di polo attrattivo di research diplomacy nel Mediterraneo;
- anticipare – in questo sta la ragione dell’intestazione a Giorgio La Pira – con la ricchezza del suo patrimonio librario e archivistico la via alla convivenza fra tradizioni che, abitando insieme, testimoniano il contributo alla costruzione di una area dei diritti e della pace che dovrà ancora venire, e che ha bisogno del meglio di ciascuna grande radice spirituale.
La Biblioteca e centro di ricerca La Pira non domanda dunque e non accetta finanziamenti di paesi islamici: chiede di donare libri cartacei e digitali per l’accrescimento del suo patrimonio.